lunedì 8 luglio 2013

Giorno 10
01 luglio


Il risveglio è umido un bel po' e ricco di epiteti colorati indirizzati ai nostri giovani amici della sera prima. Dopo aver comprato il necessario per fare colazione per 4 giorni e averlo finito tutto in circa 5 minuti dopo subito fuori dal supermercato ci mettiamo in cammino, o meglio in sella. Passiamo lungo una delle tante linee di trincea della Prima Guerra mondiale e ci imbattiamo in diversi cimiteri militari abbastanza inquietanti e affascinanti. Da queste parti è sepolta una buona parte della generazione che all'epoca aveva più o meno la nostra età. Abbandoniamo la linea del fronte per arrivare a Laon (che è bene sapere che si pronuncia nel modo più sno con accento francese, altrimenti manco capiscono di cosa stai parlando). 
Ed ecco che alla fine la città compare e si staglia in cima alla collina, con la sua cittadella medievale dentro le mura e la gigantesca cattedrale a ricordare a tutti i contadini della regione chi è che comanda. 


Dopo un estenuante salita di un paio di kilometri riusciamo finalmente a entrare in città. Qui purtroppo bisogna far presente un altro episodio spiacevole di questa vacanza. Dopo esserci divorati un panino pantagruelico ci dirigiamo nel baretto più brutto e sudicio della città dove spendiamo 3 euro per il caffè più schifoso della storia dei caffè schifosi. Alla richiesta di riempire le borracce, con acqua rigorosamente del lavandino, il sudicio barista ci dice di no, perchè a lui l'acqua costa cara e la vande al bicchiere. Quindi dopo una rapida ma intensa lezione di insulti in italiano che gli impartiamo lì su due piedi decidiamo di andarcene via. L'uscita dalla città è folle, dall'alto vediamo la nostra strada, è li sotto di noi..si è no 600 metri in linea d'aria, ma per riuscire ad arrivarci giriamo come dei dementi per circa 8 km. A questo punto odiamo Laon e il modo in cui si pronuncia. Sulla strada per fortuna un piccolo baretto per camionisti ci rimette di buon umore grazie ad un'acqua e menta e un po' di solidarietà nell'insultare gli abitanti della grande città. 

Attraversiamo posti il cui nome la dice lunga su cosa succeda da queste parti il sabato sera e alla fine arriviamo a Guise dopo circa 90 km di su e giù tipicamente francesi. 











Non vai mi tanto giù, ma dopo devi sempre tornare su. Stanchi il giusto ci dirigiamo verso la piscina comunale, vista la piacevole precedente esperienza. Qui Ludwig, ultimo a uscire dalla piscina ci fa notare che dobbiamo sloggiare, ma dopo avergli spiegato la nostra situazione ci fa restare a patto di andarcene presto la mattina e fare i bravi. Lo ringraziamo assai calorosamente e ci infiliamo dritti nel sacchi a pelo con la promessa di non rimandare cento volte la sveglia.




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