martedì 9 luglio 2013

Giorno 12
03 luglio

Quando ieri sera gli abbiam detto che ci saremmo svegliati presto, tipo verso le 7, questi giustamente da bravi contadini ci hanno riso in faccia. In effetti quando ci alziamo loro sono in piedi già da un pezzo e la colazione e pronta. Forse non vi interessa poi così tanto la descrizione minuziosa di ogni cosa che mangiamo, ma possiamo garantirvi che non avete ancora iniziato a vivere veramente se non avete fatto colazione con pane formaggio e burro salato. Più che una colazione, una ragione per vivere, una ricerca costante che da qui in avanti accompagnerà le nostre avventure. 

Finita l'estasi della colazione però bisogna tornare alla dura realtà: il tempo è una merda! Ed è dire poco. Piove e ovviamente soffia vento, ancor più ovviamente, in direzione ostinata e contraria, che sarà anche una bella canzone ma dopo quasi 1000 km inizia a farti un poco incazzare. Ma a strada è lunga e decidiamo di non perdere tempo, farà brutto tutto il giorno, tanto vale partire. Quindi in perfetto assetto pioggia carichiamo le bici e salutiamo la fattoria dei Corneé. Dopo circa 5 minuti Richi ha i piedi zuppi, il goretex che riveste quelle di Apo gli concede ancora una mezz'oretta, ma alla fine il risultato è analogo. I tir che percorrono la nostra bella strada nazionale sembrano sbucare da nuvole infernali, ma è solo acqua! Che sollevano sfrecciando ai mille all'ora e che prontamente ti riversano addosso. 
















A questo punto per non gettare la bici in un prato per passare a una vacanza in autostop bisogna cantare. Ovviamente "Contessa" in una variante molto personale che mescola la vecchia e la nuova versione.
Il risultato è talmente impressionante che dai campi i contadini imbracciano effettivamente le falci e chi ne ha pure qualche forcone e cominciano a correrci dietro per linciarci. 

Questo ci dona un po' di sollievo e la giusta spinta per arrivare fino alla frontiera con il Belgio e in seguito a Mons, dove ci riscaldiamo, indovinate un po', in un bel bar. 

Qui se chiedi un caffè tu fanno una moka, latte freddo a parte. Il proprietario è un bel signore dai lunghi capelli e baffi grigi e il posto offre anche ottima musica con esposizione di foto e quadri. Asciugati quel tanto che basta a ripartire ci mettiamo a spingere verso Bruxelles, ma è più facile del previsto e alle 5, con un bell'anticipo sul programma entriamo in città attraversano quartieri arabi a perdita d'occhio. L'appuntamento con Alice è alle 22.30 in stazione, sicché abbiamo il tempo di andare a berci due birre, scopriamo in seguito 8% e 9,5% e dirigerci ormai brilli alla ricerca del ristorante africano che Alice ci ha indicato. 

Una volta seduti al tavolo staccare gli occhi dalla cameriera è veramente dura, il che ci suggerisce che forse dopo 12 giorni di sola bici, un po' di contatto umano potrebbe farci bene. Incontriamo 3 ragazzi italiani al ristorante che vivono lì e ci danno le dritte per arrivare alla stazione e per vivere felici trovando un lavoro che ci possa appagare. Alla fine finalmente troviamo la nostra piccola amica e prendiamo una decisione alquanto stupida: lei torna a casa sul tram n.83 e noi la inseguiamo spavaldi in bicicletta. Dovet dunque sapere che a quanto pare l'83 percorre tutta la cintura panoramica delle collinette che attorniano il centro città passando rigorosamente solo per strade con pavé sconnesso. E ha una ripresa incredibile! Dopo105 km + inseguimento del tram solo 4 rampe di scale in perfetto stile belga ci separano dal meritato riposo!

Una doccia veloce e poi tutti a nanna.

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