martedì 9 luglio 2013


Giorno 14
05 luglio

Con le migliori intenzioni di partire presto ci svegliamo tardi e tra una doccia, una colazione e le valige da preparare a mezzogiorno arrivano i genitori di Alice. Anche per lei è giunto il momento di fare i bagagli e prepararsi. Ma prima, una bella foto tutti insieme con occhiali gentilmente offerti da Ali!


Come ben sapevamo, uscire dalla città costa fatica e una certa dose di bestemmie. il risultato è che alle 3 siamo nella prima cintura di Bruxelles che mangiamo un panino.  I piani erano di arrivare nel pomeriggio ad Antwerpen (Anversa per noialtri), visitarla e poi allungare ancora qualche kilometro alla ricerca di un campeggio o qualcosa di simile.



 Sta di fatto che ad Antwerpen ci arriviamo effettivamente, ma sono le 7 e mezza e malgrado la città sembri davvero bellissima, ci vediamo costretti a ripartire praticamente subito per trovare un benedetto campeggio scovato su internet lungo la strada. Tale luogo misterioso dovrebbe trovarsi a pochi passi dalla frontiera olandese, nelle campagne di un paesino chiamato Putte.

Qui in Belgio però pare che i cartelli stradali siano sinonimo di soldi sprecati e così non è facile arrivare quando non hai che un mappa che comprende tutto il Benelux, la Germania e la Repubblica Ceca! Dopo giri a vuoto e informazioni chieste in giro finalmente imbocchiamo quella che effettivamente pottrebbe essere la strada giusta: 4 km di stradine sperdute nei campi e nemmeno un cartello ad indicare il campeggio. Ma noi abbiamo fede (e fame) e continuiamo, anche perché ormai sono le 9 e la luce inizia a scarseggiare. E infine.. eccolo li!
Chiediamo a Gilbert, proprietario, se possiamo mettere la nostra tendina nel suo rustico campeggio principalmente rivolto ad anziani che qui affittano roulotte che sono vere e proprie casa con giardino e cancelletto. Mentre gli diamo i 10 euro che ci costa una notte ci chiede da dove arriviamo e verso dove andiamo. Alla fine del racconto ci restituisce i soldi commentando che si sicuro servono più a noi che a lui. Neanche il tempo di iniziare a scaldare l'acqua per una bella zuppa liofilizzata che un robusto energumeno che ci intima di spegnere immediatamente quella schifezza e unirci a loro.
Come spiegarvi ora chi sono "loro"? Proviamoci. In quel campeggio, il primo weekend di luglio, ogni anno, i membri del No Limits si ritrovano per fare festa. I No Limits sono un gruppo di amici fiamminghi e olandesi che vivono a cavallo della frontiera con la passione per la bicicletta, il cibo, la birra e la marijuana che si coltivano in giardino. Hanno dai 30 ai 60 anni e non daresti confidenza nemmeno al mignolo di uno di loro. Lavorano quasi tutti come portuali (e si vede!) e hanno un concetto di ospitalità che è totale. Just enjoy it è tutto quello che ci siamo sentiti dire a fronte delle nostre ultime reticenze dettate dall'educazione. Qualche istante dopo eravamo intenti a divorare tutto quello che trovavamo sul nostro cammino, beninteso, con un bicchiere di birra in mano che questi simpatici signori si prodigavano a riempire ogni qualvolta sembrava che stesse per finire. 
La serata è stata memorabile e nonostante tutto quello che abbiamo passato, ancora ce la ricordiamo. Ci siamo sentiti accolti davvero come se ci conoscessimo da anni e in cambio hanno avuto solo la nostra incredulità e gioia, davvero no limits! Hanno tradotto in inglese praticamente tutto quello che si 

dicevano e a turno ognuno di loro si è interessato alla nostra storia e ci ha raccontato la sua. Verso l'1 siamo rientrati in tenda ancora ridendo per l'assurdità della situazione. A poche centinaia di metri dal confine olandese, in un campeggio sperduto e dimenticato da Dio e dall'uomo abbiamo trovato il gruppo di persone più accoglienti e ospitali di sempre (uno di loro, per chi ha la fortuna di cogliere è stato il nostro Cosimino fiammingo). Inoltre nel corso della serata ci hanno invitati a restare ancora un giorno, perché la sera dopo avrebbero cotto un maiale, un intero maiale sulla brace che stavano preparando ormai da ore. Il tutto facendo girare il porco per mezza giornata con un congegno di loro fabbricazione. Insomma, impossibile dire di no.


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