mercoledì 24 luglio 2013





Giorno 19
10 luglio

Questa volta partiamo davvero di buon'ora! sono cose che capitano quando devi uscire con una persona che suo malgrado deve andare a lavorare. Il sole di ieri ci ha decisamente abbandonato, al suo posto e' tornato il maledettissimo vento, che ci indica la giusta direzione per arrivare ad Amsterdam.
E' cosi' mentre ci infiliamo nei nostri ridicoli completini da ciclisti eccovi un estratto di un vero cervello in fuga che si prepara per una riunione!

Il nostro itinerario prevede di allungare un po' la strada per arrivare sulla costa e percorrere qualche kilometro sulle grandi spiagge del mare del nord. Quindi, dopo aver invocato a pieni polmoni il nome dell'assessore all'urbanistica che si e' occupato della costruzione delle ciclabili e aver decantato le prodezze professionali di sua madre, riusciamo ad uscire dall'abitato di Leiden e metterci sulla giusta via.


E finalmente eccolo! Il mare del nord e la sua gigantesca spiaggia spazzata dal vento. Noncuranti alcune famiglie olandesi si comportano come se fossero su una spiaggia in toscana a meta' agosto: bambini nudi che giocano e genitori stesi a prendere il "sole" (?).

Consumiamo uno dei nostri ormai famosi pasti a base di quello che abbiamo rimediato nel discount in una di queste buffe ma quanto mai opportune casette.

Come dessert Apo scopre di non avere piu' il marsupio con documenti e bancomat. Pensiamo che siano rimasti a casa di Benji e programmiamo un ritorno in treno Amsterdam-Leiden in serata per recuperare il tutto. Confortati dalla prospettiva di non dover tornare indietro e molto orgogliosi dei nostri nuovi campanelli per le biciclette ci rimettiamo a lottare contro il vento.

 Cosi' dopo 65 km eccoci ad Amsterdam. In questi giorni nessun warmshower ha risposto alle nostre richieste e dunque, una volta in centro ci rendiamo conto di non avere un posto dove andare. Per fortuna la grande famiglia di Slow Food ci corre in aiuto e in men che non si dica uno dei massimi esponenti del movimento telefona alla sede di Amsterdam, minacciando di non mandare piu' olio di oliva extra vergine (ok, questa storia e' inventata, ma molto piu' bellina). Insomma, Ludovico ci lascia il contatto di Yvonne, ragazza che lavora per Slow Food ad Amsterdam, la quale a sua volta chiede ai suoi amici, fino a quando Jorn accetta di averci tra i piedi per una notte. Ed eccoci di nuovo a casa di uno sconosciuto, davanti a una porta chiusa a chiederci chi diamine saltera' fuori. Ma anche questa volta la fortuna e' dalla nostra! Yvonne e Jorn sono simpaticissimi, molto ospitali e ci accolgono come se fossimo amici da una vita. Inoltre ci aiutano non poco con l'ostica lingua olandese quando purtroppo scopriamo che i documenti di Apo non sono affatto a casa d Benji, ma piuttosto persi per sempre.
Un po' sconfortati per la notizia e spaventati per le ripercussioni che ci potrebbero essere sul nostro viaggio usciamo un po' di mal umore per le strade di Amsterdam notturna con la prospettiva di spendere la mattinata successiva tra polizia e consolato. I nostri nuovi amici ci regalano pero' un percorso per la citta' alternativo a quello turistico pieno di italiani arrivati qui solo per la droga (perche' la droga fa male! non e' una cosa da farsi in quanto puo' darsi che farsi fa si che si fa mi re do..) che ci riporta il buon umore prima di crollare addormetati.


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